lunedì 12 aprile 2010

Vivicittà

La scorsa settimana non sapevo se programmare per il weekend un'uscita sui monti circostanti per iniziare ad abituarmi alle salite in vista della Provaglio-M.te Guglielmo del 13 Giugno oppure iscrivermi ai 12 Km competitivi di Vivicittà in modo da fare qualcosa di più specifico in vista della prossima mezza maratona del 2 Maggio; alla fine ho optato per l'iscrizione alla corsa su strada. Domenica mattina la sveglia suona e mi alzo convinto di spalancare le finestre ai raggi del sole che fino alla sera prima ci avevano tenuto compagnia assieme ad una bella temperatura primaverile invece, al contrario, ecco fare capolino nuvoloni colmi di pioggia e vento fastidioso. La voglia di correre, già ridotta ai minimi termini dal dormiveglia mattutino, diminuisce ulteriormente e, facendo uno sforzo sovrumano, scendo le scale barcollando e accendo la moka preparata la sera prima evitando per una mattina la fatica di farmi la barba. Qualche decina di minuti più tardi tutta la famiglia è in macchina alla volta della città e naturalmente durante il tragitto inizia a piovere; arrivati in prossimità dopo l'ennesima domanda " Ma sei proprio sicuro ? " chiedo di essere lasciato al mio destino e mi avvio corricchiando sotto la pioggia verso la zona della partenza. Ah dimenticavo, la risposta alla domanda naturalmente era era un no però in un impeto di orgoglio avevo risposto che a me il freddo piace e che oltretutto a correre la pioggia non da assolutamente fastidio e che poi ormai avevo pagato l'iscrizione. Durante la mezz'ora scarsa che manca alla partenza benedico l'inventore dei portici di Piazza della Loggia che riparano i podisti e consentono qualche timido tentativo di corsetta e stretching; saltello per cercare di scaldarmi nei pressi della lapide con incisi i nomi di otto persone e un pensiero non può non andare al 28 Maggio 1974 e ad una bomba che probabilmente è arrivata li da sola, visto che le decine di processi hanno sostanzialmente concluso che nessuno ce l' ha portata in quel maledetto cestino quella mattina di 36 anni fa. Pochi minuti prima del via mi porto al centro della piazza sotto l'arco della partenza e, come per magia, dopo il via la pioggia cessa improvvisamente, parto di slancio per riscaldarmi il più in fretta possibile e, aiutato dalla parte iniziale in leggera discesa percorro il primo chilometro in 3'50" senza particolare fatica notando con stupore che anche nel prosieguo la mia velocità resta costantemente di poco sotto i 4'00"/Km; nel secondo dei due giri di 6 Km mi aspetto un calo che inaspettatamente non arriva; guardo appositamente il cronometro al passaggio del decimo chilometro e mi rallegro per il mio nuovo personale ufficioso di 39'21" su questa distanza; via via che il dodicesimo e ultimo Km si avvicina sento di avere più energie del solito e recupero diverse posizioni con l'ultimo Km in 3'48"; tempo finale al mio cronometro: 47'13" . Che strano, ieri mi ero svegliato abbastanza demotivato, quasi non avevo voglia di correre e alla fine ho forse disputato la più bella prova di questi tre anni di running; a volte ci si prepara appositamente per qualcosa a cui si tiene ed i riscontri sono deludenti mentre quando meno te l'aspetti ti ritrovi ad ottenere buoni risultati e passi una bella mattinata.

2 commenti:

  1. Pensa a quanto può essere negativa la tensione nervosa quando si vuole raggiungere un risultato! Complimenti!

    RispondiElimina
  2. Hai ragione. Quando affronti una gara mentalmente tranquillo senza alcuna ambizione spesso ne esce un'ottima prestazione. La pressione psicologica è una brutta bestia! Anche qui a Torino dopo una bella settimana di sole ieri sembrava essere torato l'autunno con freddo, pioggia e vento. Peccato.

    RispondiElimina